Organizzata con grande attenzione alle esigenze dei presenti, con attenzione anche ai tempi per poter conferire tra un meeting e l’altro con i relatori e per trovare gli spazi di networking necessari in una manifestazione come questa.
Venendo ai dati interessanti è evidente una situazione dell’export a due velocità, almeno per quanto riguarda il mercato italiano e i target di riferimento rispetto all’età.
Qualche esempio. Il quadro generale americano, che conta 44 milioni di bevitori core, ovvero consumatori abituali, e altri con frequenze inferiori, vede una diminuzione del consumo delle fasce più giovani, che cercano un prodotto dal packaging più accattivante, a bassa gradazione alcoolica, spesso prediligendo i Ready to Drink (pronti da bere) e che hanno una particolare attenzione per la sostenibilità.
In generale negli Stati Uniti si sta vivendo un declino del consumo di alcolici, con qualche eccezione per alcuni stati. L’Italia mantiene l’11% del mercato nei primi 100 vini più venduti e tra questi il prosecco si posiziona molto meglio dei vini da tavola.
Tra le eccezioni si può considerare la Florida. In questo stato la popolazione sopra i 65 anni è in crescita, anche per motivi legati alla fiscalità. Vi sono oltre 2000 ristoranti italiani, 2500 ristoranti di pesce e 1150 ristoranti di carne sono nelle aree primarie dello stato, che ha tra le sue risorse primarie il turismo. È uno stato in cui ha senso fare dei ragionamenti, consapevoli che le potenzialità sono interessanti, ma lo è anche la competizione. Si contano comunque 50 distributori e circa 2000 importatori registrati.
Il mercato asiatico invece conta delle tendenze diverse. Per fare un esempio il mercato del centro Asia è in crescita e questo nonostante si tratti di paesi con governi musulmani. La tendenza di consumo è in crescita in paesi come il Kazakistan o la Mongolia. Una classe alto spendente vi si è costruita, a volte anche di provenienza russa, che approccia al vino anche con la voglia di comprendere di conoscere, di entrare nelle storie e nella suggestione del prodotto e delle cantine. Qui i giovani approcciano al vino abbandonando magari i super alcolici e sono particolarmente attratti dal nostro Paese. Per quanto si tratti di mercati non enormi iniziano ad avere potenzialità e a soffrire addirittura del mercato dei fake.
Annunciati anche in quest’occasione i 100 produttori Opera Wine 2023, sono stati annunciati da Bruce Sanderson e Alison Napjus per Wine Spectator in occasione di wine2wine 2022. Un bel colpo d’occhio vederli tutti sul palco e trovare accanto a grandi cantine anche piccole eccellenze del bel Paese. Saranno le cantine protagoniste del tasting pre Vinitaly che ad aprile sarà tenuto come di consueto dall’influente rivista. Alcune interessanti new entry e molte conferme. Senza voler far prevalere nessuno e senza citare cantine, parliamo di regioni che vedono una importante presenza di toscani, piemontesi e veneti, con una presenza del nord maggiore di quella del centro e del sud.