Esplora le radici storiche delle dimensioni delle bottiglie di vino, immergendoti in tradizioni affascinanti.
Nel raffinato universo del vino, la scelta dei nomi per i formati delle bottiglie è intrisa di storia e simbolismo.
Nel XIX secolo la bottiglia da 750 ml si affermò per soddisfare le esigenze di conservazione e standardizzazione. Tuttavia, nel corso dei secoli nei periodi festivi, si cercavano formati più ampi, dando origine a nomi suggestivi che traggono ispirazione da figure bibliche.
Curiosità:
Un aspetto affascinante è legato alla temperatura di servizio. Le bottiglie di dimensioni maggiori contribuiscono all’affinamento superiore del vino grazie a una minore esposizione all’ossigeno. La peculiarità dell’inerzia termica, che influenza il cambiamento di temperatura, aggiunge un ulteriore livello di fascino al momento del servizio, rendendo l’esperienza di degustazione più avvolgente e appagante.
La Magnum, è una bottiglia da 1,5 litri il cui nome deriva dal latino “Magnum”, che significa “grande“, rappresenta una scelta ampiamente apprezzata per celebrare eventi importanti. Alcuni recenti studi dimostrano che questa dimensione offre le condizioni ottimali per l’invecchiamento del vino.
Curiosità:
La diffusione di questo formato è attribuibile non solo alla sua facilità d’imbottigliamento ma anche al suo ruolo essenziale nella conservazione ottimale del vino. La Magnum, con il suo imponente formato, comunica un senso di grandiosità ed esclusività, rendendola la scelta ideale per regali e celebrazioni speciali.
Queste bottiglie, prodotte in quantità limitata, si elevano come vere gemme nel mondo del vino, attirando l’attenzione di collezionisti appassionati e investitori di vini pregiati.
Ecco due convincenti ragioni:
Conservazione eccellente ed evoluzione prolungata:
Il rapporto tra la superficie esposta all’ossigeno e il volume del vino raggiunge la perfezione grazie alle dimensioni del collo e del tappo, simili a quelli di una bottiglia standard. Tale configurazione determina un significativo rallentamento della micro-ossigenazione, contribuendo a prolungare il periodo di evoluzione del vino o dello Champagne.
Esclusività in ogni goccia:
Grazie alla sua maestosità e al peso imponente, la Magnum si configura come un formato raro. Possederne una rappresenta un inequivocabile segno di gusto raffinato e di apprezzamento per l’eccellenza che il mondo del vino può offrire.
La Jéroboam, disponibile in formati da 3 litri per gli spumanti e da 4.5 litri o da 5 litri solo per i vini rossi (Jéroboam ancienne). Il termine “Jéroboam” è stato deliberatamente scelto dai rinomati produttori di Bordeaux, si ispira al noto personaggio biblico Geroboamo, il primo re del regno d’Israele, descritto nella Bibbia come un sovrano ribelle dell’Antico Testamento. La scelta di associare il termine “Jeroboam” a bottiglie di dimensioni maggiori, generalmente contenenti quantità superiori di liquido rispetto alle bottiglie standard, è strategica. Questo approccio mira a enfatizzare il prestigio del vino, evocare un senso di nobiltà e rendere il nome facilmente riconoscibile per i consumatori appassionati del settore vinicolo.
Analogamente, la Réhoboam, con la sua capacità di 4.5 litri, trae ispirazione dal primo re di Giuda, Roboamo, la cui storia è narrata nel primo Libro dei Re nella Bibbia. La sua rarità, particolarmente evidente nelle regioni francesi di Bordeaux e Borgogna, la rende un ambito oggetto di desiderio tra gli amanti del vino.
La Mathusalem, con la sua capacità di 6 litri, deve il suo nome a Matusalemme, figlio di Enoch e nonno di Noè, il quale, vivendo fino a 969 anni (secondo la Bibbia) è diventato un simbolo di longevità per eccellenza.
L’associazione di questo nome alla bottiglia di dimensioni eccezionali, non sorprende, considerando il suo straordinario potenziale d’invecchiamento. Oltre a essere un contenitore di vino, la Mathusalem si trasforma in un simbolo di persistenza e qualità senza tempo.
La Salmanazar, con i suoi imponenti 9 litri, suscita ammirazione non solo per la sua grandiosità, ma anche per il suo nome associato al re Salmanazar, appunto. Questo formato, considerato una rarità, è spesso rintracciabile nelle prestigiose regioni vinicole francesi.
L’origine del nome Salmanazar nel contesto enologico affonda le radici nell’VIII secolo a.C., durante il regno di cinque sovrani assiri che condivisero questo nome. Tra di essi, Salmanazar V gode di particolare importanza, avendo regnato dal 727 al 722 a.C., ha segnato la storia con le sue conquiste, tra cui l’invasione della Palestina e la sconfitta d’Israele.
La Salmanazar trova quindi la sua origine nelle pagine storiche della Bibbia, connettendo l’enologia ad antiche tradizioni e storie e creando un affascinante legame tra il passato e il presente delle bottiglie dal nome illustre.
La Balthazar, con la sua capacità di 12 litri, è associata ai festeggiamenti notturni dopo le vittorie nelle battaglie.
Balthazar, noto come uno dei tre Re Magi che si recarono a rendere omaggio a Gesù bambino, è comunemente associato all’Africa nell’iconografia tradizionale. Tuttavia, nella Bibbia, emerge un altro Balthazar che potrebbe aver ispirato il nome di questa straordinaria bottiglia. Quest’ultimo figura come l’ultimo re di Babilonia, durante il periodo della conquista della città da parte di Ciro il Grande nel 539 a.C.
Curiosità:
Una bottiglia da 12 litri di Château Margaux del 2009 è in vendita a 195mila dollari. Ad oggi la bottiglia più costosa al mondo!
La Nabuchodonosor, con la sua capacità di 15 litri, affonda le sue radici nel celebre re di Babilonia, Nabuchodonosor II (605-561 a.C.), figlio di Nabopolassar. Questo sovrano governò su un vasto impero e si distinse come uno dei regnanti più illustri di Babilonia. Oltre al suo prestigio politico, Nabuchodonosor fu un magnifico costruttore, noto soprattutto per aver arricchito Babilonia e averla resa famosa in tutto il mondo antico grazie ai suoi giardini pensili e recinti magnifici.
Curiosità:
La bottiglia Nabucodonosor, un raro gigante di vetro, equivale a 20 bottiglie standard di vino o champagne, offrendo circa 120 bicchieri di prelibatezza. Con dimensioni di 75,7 centimetri in altezza e 22,4 centimetri di diametro, questa maestosa bottiglia presenta sfide pratiche sia per lo stoccaggio che per il servizio. Versare da una bottiglia che supera i 10 chilogrammi può risultare complesso, ma esperti sommelier robusti sono in grado di farlo. Tuttavia, per agevolare il servizio, sono disponibili speciali supporti inclinabili.
La Salomon, è una Champagnotta da 18 litri, equivalente a 24 bottiglie standard da 0,75 litri. Questo formato, identico anche per le bottiglie Borgognotte, assume il nome di Melchior quando si tratta di bottiglie Bordolesi, mantenendo comunque la capacità di 18 litri.
Il nome Melchior è connesso al Re magio, presunto proveniente dall’Europa.
Da un altro punto di vista, Salomon (Salomone), nel contesto dell’Antico Testamento, fu il re d’Israele tra il 970 e il 931 a.C. Dotato di notevoli doni come saggezza e conoscenza delle lingue, è una figura citata in diversi libri della Bibbia. La sua ricchezza, l’harem e la relazione con la regina di Saba raggiunsero dimensioni leggendarie, contribuendo a conferire al nome Salomon l’associazione con una figura di grande importanza e ricchezza nella storia biblica.
La Primat con i suoi 25 litri è indiscutibilmente la sovrana.
L’origine del termine “Primat” risale al latino “primate,” che significa primato. Questo formato fu introdotto nel 1999. Inizialmente, questo termine indicava un titolo conferito a una casta di arcivescovi che godevano di privilegi superiori rispetto agli altri vescovi e arcivescovi di una determinata regione.
Curiosità:
Nel 1999, la Maison Champagne Drappier utilizzò per la prima volta questo termine per una bottiglia, che all’epoca era la più grande mai prodotta. Il nome Primat fu scelto in riferimento alle origini gallo-romane del villaggio di Urville, dove si trova la sede della Maison, sottolineando il carattere eccezionale della bottiglia. Successivamente, questo formato è stato adottato anche da altre case vinicole.
“Per quanto riguarda il Primat, essendo noi i primi utilizzatori di questo contenitore, abbiamo scelto un nome gallo-romano più vicino al nostro terroir. Primat, dal latino Primatus: di prim’ordine.”
Golia, con la sua generosa capacità di 27 litri, prende il nome dal gigante biblico.
La Melchizedek, con una straordinaria capacità di 30 litri, è denominata secondo una figura misteriosa delle sacre scritture, rendendo questa bottiglia la più grande del mondo.
Le bottiglie di vino vanno ben oltre la loro capacità di contenere liquido; sono portatrici di storie affascinanti che affondano le loro suggestioni nel tempo e si intrecciano con la ricca tradizione del mondo vinicolo. Dalle comuni Magnum alle maestose Melchizedek, ogni formato rappresenta un capitolo unico e suggestivo in questo affascinante racconto.
La scelta di una bottiglia non è semplicemente una questione di quantità, ma anche di conservazione, e presenza scenica; è una decisione che trasforma un semplice bicchiere di vino in un’esperienza straordinaria. Che si tratti di celebrare una vittoria, onorare antichi sovrani o condividere momenti speciali, la bottiglia giusta aggiunge un tocco di magia e significato a ogni occasione.
Non vi resta che scegliere il formato che preferite e brindare con noi a queste feste!